martedì 5 gennaio 2016

paolo bini

Paolo Bini: un artista modulare
«in una tecnica propria, originale che consiste – sottolinea il curatore – nel dipingere delle strisce di carta gommata e poi applicarle sulla tela. In questo modo, il dipinto è un già dipinto, l’artista assembla le proprie strisce in sequenze modulari che non sono prestabilite. Il processo diventa fondamentale, perché non si tratta di distribuire la materia cromatica su una superficie unitaria, ma sono i moduli a diventare superficie. In questo modo resta anche nell’opera finale l’originalità dell’origine. Si accentua il movimento, la sinergia delle linee, le rarefazioni e gli addensamenti del colore. L’immagine destrutturata viene ricomposta non solo in una possibile serialità stocastica, ma in una perdita di peso, come un pensiero o un ricordo. Mentre in altri artisti la forma è un’idea schematica – un principio d’ordine alla cui base vi sono invece degli elementi – in Paolo Bini prevale il senso della costruzione, posto sullo stesso piano della gestualità del dipingere».

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